Un sistema isolato, costituito da un grande numero di particelle
N = 10
Affinchè le leggi della meccanica statistica siano valide,
è essenziale che N tenda all'infinito
tutte le quantità di un certo
interesse sono definite a meno di termini O(1/N));
inoltre la descrizione di
particella singola risulta avere senso compiuto solo se l'interazione
tra le particelle non influenza in modo significativo la distribuzione
dei livelli imperturbati di energia.
Almeno nel caso classico, l'esplorazione dell'intero spazio delle
fasi da parte di un generico ensemble , è garantito dall'ipotesi
ergodica. Tuttavia, occorre osservare che i concetti di caos
ed ergodicità erano, al tempo di tale formulazione, privi del
profondo significato che viene oggi loro attribuito.
In particolare, non era ancora stato formulato il teorema KAM,
che indica la possibilità della presenza di una soglia critica per
il parametro di interazione, sotto la quale il moto avviene lungo
opportune superfici
invarianti, risultando cosìben lungi dall'essere caotico.
Se si esclude dunque la diffusione di Arnol'd, presente in sistemi
con N>2, occorrerà, al fine di ottenere una esplorazione ergodica
dell'intero spazio delle fasi, superare tale valore critico per
il parametro di interazione interparticellare.
Risulta idea comune, ma a nostra conoscenza priva di motivata analisi,
che tale parametro critico debba diminuire al crescere del numero
di particelle, in modo tale da poter considerare una interazione
arbitrariamente piccola nel limite termodinamico.
Nonostante ciò, i meccanismi di esplorazione dello spazio delle fasi
richiedono l'introduzione di opportune scale temporali. Ad esempio,
l'inverso dell'esponente di Lyapunov o il tempo ergodico (necessario per
raggiungere una distribuzione di equilibrio), dovranno giocare un loro ruolo
nella complessa analisi statistica.
Se il quadro classico appare per lo più chiaro, lo stesso non si
può affermare per quello quantistico dove, e la presenza del
caos , e il conseguente fenomeno della localizzazione dinamica
aprono, a tutti gli effetti, le porte a nuovi, possibili e sorprendenti
scenari. In particolare risulta del tutto ignoto il legame tra la
localizzazione dinamica , l'interazione e il numero di particelle.
Il sistema modello che abbiamo preso in esame è costituito da due spin
interagenti. La versione classica risulta, per opportuni valori
dell'interazione e dell'energia, caotica. Nella base completamente
simmetrica dei due spin non interagenti, l'Hamiltoniana totale
è rappresentata da una opportuna matrice simmetrica che contiene
tutte le possibili informazioni sul sistema. In particolare, abbiamo
studiato la distribuzione delle energie di particella singola.
Un primo risultato, anche se sotto certi aspetti scontato, ha permesso
di identificare come statisticamente stabili, solo quelle distribuzioni
relative ad autofunzioni in intervalli di energia per cui il
corrispettivo moto classico risulti caotico.
Inoltre, un confronto diretto tra la ``temperatura'' di un autostato
ottenuta numericamente dalla distribuzione delle energie di particella
singola, con quella ricavata canonicamente o microcanonicamente
(adottando le definizioni) ha rivelato una sostanziale differenza tra le
due. Se a prima vista ciò può apparire scontato (visto l'esiguo
numero di particelle non c'e' ragione alcuna di ritenere valide le leggi
della meccanica statistica), non lo è più alla luce del fatto
che tali temperature risultano tra loro confrontabili qualora si
sostituisca, agli elementi di matrice dell'interazione , opportuni
elementi scelti all'interno di una opportuna distribuzione casuale.
Ovvero, se tutte le correlazioni classiche sono ignorate (per motivi
tecnici il solo limite classico è stato investigato) e l'autostato
risulta caotico, la sua ``temperatura'' risulta essere convenientemente
descritta dall'insieme canonico (o microcanonico).
E ciò accade, nonostante il modello sia costituito da due sole particelle!
L'indagine futura riguarda l'inserimento di ulteriori particelle. Le domande,
a cui vogliamo trovare una risposta sono le seguenti:
può, e in che modo, l'aumento del numero di particelle, svolgere il
ruolo dell'interazione tra le particelle?
Quando e in che modo la descrizione canonica (o microcanonica) risulta
adeguata?
Bibliografia: