Editoria testi con TeX/LaTeX in ambiente DOS

  1. Introduzione.
  2. Apertura di una finestra DOS.
  3. Editing di un file .TEX: l'editor QEDIT.
  4. Compilazione di un file .TEX: i formati disponibili.
  5. Preview su schermo di un file .DVI.
  6. Stampa di un file .DVI.
  7. Utilizzo del linguaggio PostScript.
  8. Nota per gli utenti.



Introduzione

Nel Dipartimento è installata una implementazione del linguaggio TeX scritto da Donald E. Knuth negli anni ottanta (e dei suoi "dialetti" LaTeX, LaTeX2e, AmSTeX,...) chiamata emTeX (dal nome del suo realizzatore, Eberhard Mattes), funzionante in ambiente DOS (e nelle finestre DOS di Windows 3.1, Windows 3.11 e Windows 95/98). Tale implementazione è ormai consolidata e risulta molto affidabile. Una delle caratteristiche vantaggiose di emTeX è che funziona con buone prestazioni anche su PC piuttosto 'obsoleti'.

Inoltre, emTeX è un programma protetto da copyright ma di pubblico dominio, ossia non sono necessarie licenze né occorre pagare per utilizzarlo o farne delle copie.

Uno degli svantaggi (comunque non particolarmente avvertito dai matematici) è che l'inserimento e la successiva gestione di figure nel testo risulta molto meno 'funzionale' rispetto alla controparte UNIX (il che è logico, funzionando in un ambiente privo di interfacca grafica come il DOS o una sua emulazione).

In questo documento verranno illustrate le modalità di editing, compilazione, preview e stampa di documenti TeX mediante il software emTeX.


Apertura di una finestra DOS

Se state lavorando su un PC con sistema operativo DOS (ossia senza Windows o altra interfaccia grafica), potete saltare questa sezione.

Se state lavorando su un PC con sistema operativo Windows (qualunque versione), la prima cosa che dovete fare è aprire una finestra DOS. Per fare questo dovrebbe essere sufficiente selezionare l'icona Prompt di MS-DOS presente sul desktop. Dovrebbe comparire una schermata come la seguente (nell'esempio si fa riferimento a un PC con sistema operativo Windows 95):

Il messaggio 'Predisposizione ambiente emTeX effettuata' indica che emTeX è funzionante. Se tale messaggio è assente, probabilmente avete sbagliato qualcosa!

Attenzione: Sotto Windows le finestre (e in particolare le finestre DOS) possono essere in due modalità: normale e a tutto schermo . L'immagine sopra si riferisce alla prima modalità. Tuttavia, con emTeX è preferibile lavorare a tutto schermo, in quanto in modalità normale non è possibile effettuare il preview. La sequenza per passare da una modalità all'altra è ALT+INVIO.


Editing di un file .TEX: l'editor QEDIT

I file sorgenti TeX sono dei semplici files di testo, e di conseguenza possono essere creati o modificati con un editor di testo qualsiasi, ad esempio EDIT del DOS. Potete utilizzare (ma non è generalmente consigliato) anche programmi di Word Processing di più alto livello, quali Word o Wordperfect, ma in tal caso dovete prestare attenzione a salvare il file in formato 'solo testo', per evitare che il programma inserisca i caratteri di formattazione che utilizza per ottenere effetti particolari (quali grassetto, margine giustificato, ecc.).

Nel dipartimento è installato un editor di testo chiamato QEDIT, che risulta particolarmente adatto alla scrittura di documenti TeX in finestra DOS: se non siete legati a un particolare editor DOS, vi consigliamo caldamente di usarlo. Nel seguito illustreremo brevemente alcune delle sue funzionalità.

La sintassi di avvio di QEDIT è la seguente:

Q nomefile.TEX

Attenzione: Anche se non è strettamente necessario, è altamente raccomandato che i files sorgenti TeX abbiano estensione .TEX. Quando utilizzate QEDIT per creare un nuovo file, è necessario scrivere esplicitamente l'estensione .TEX. Ad esempio:

Q TESI1.TEX
Se invece volete modificare un file già esistente su disco, l'estensione può essere omessa. Ad esempio:
Q TESI1
Nel caso in cui abbiate iniziato l'editing di un nuovo file (come nel primo esempio), vi compare una schermata come la seguente:

A questo punto, siete 'all'interno' di QEDIT e potete utilizzare le svariate funzionalità del programma. Se siete abituati a usare i "menu a tendina", la pressione del tasto ESC (e l'uso dei tasti con le frecce) è quello di cui avete bisogno. A proposito, ricordate che con QEDIT le funzionalità del mouse non sono disponibili.

Di seguito riportiamo, per vostra comodità, alcune delle funzioni "tipiche" che uno si aspetta da un editor di testo, e il modo in cui è possibile ottenerle con QEDIT. Premendo il tasto F1 è possibile ottenere una schermata di aiuto.

Se il computer su cui state lavorando ha una tastiera italiana, purtroppo per voi sono caratteri "speciali" anche le parentesi graffe, l'accento circonflesso e la 'tilde', che sono importantissimi per scrivere in TeX. Fortunatamente, potete ottenerli in QEDIT con poco sforzo utilizzando le seguenti combinazioni di tasti:

e/TR>
Carattere Sequenza di tasti
Accento circonflesso ` ALT-7
Graffa aperta { ALT-8
Graffa chiusa } ALT-9
Tilde ~ ALT-0


Compilazione di un file .TEX: i formati disponibili.

La fase successiva nel processo di creazione di un documento con TeX è la 'compilazione' del file sorgente .TEX, ossia la creazione di un file avente lo stesso nome del file sorgente ed estensione .DVI (che sta per "DeVice Independent"). Il processo di compilazione dei file .TEX è analogo a quello del sistemi UNIX. Ricordiamo che il compilatore TeX è in grado di riconoscere, oltre al 'linguaggio base' (chiamato Plain TeX), anche i vari 'dialetti' che sono stati sviluppati per semplificare l'utilizzo di TeX da parte degli utenti: tra questi citiamo, ad esempio, LaTeX ed AmSTeX; si usa dire che è possibile specificare "in quale formato" effettuare la compilazione (ovvero TeX, LaTeX, AmSTeX, ecc.) Non entreremo nel merito dei vari formati, rimandando alla documentazione esistente. Nel sistema emTeX del dipartimento sono stati creati dei comandi brevi per lanciare le compilazioni nei vari formati. La sintassi generale è:

< comando > < nomefile >

dove < comando > è uno dei comandi descritti nella tabella successiva e < nomefile > è il nome del file sorgente TeX da compilare (si consiglia di non specificare l'estensione .TEX. Si vedano gli esempi riportati in seguito).

Formato TeX Comando
Plain TeX T, IT
LaTeX 2.09 LT, ILT
LaTeX 2e LT2E, ILT2E
AmSTeX AT
AmSLaTeX 1.1 ALT, IALT
SliTeX ST, IST

La presenza di 'doppi comandi' (ad es. T,IT) è dovuta al fatto che sono disponibili due versioni del formato: una per la sillabazione dei documenti in lingua inglese (comando senza la 'I' iniziale) e una per la sillabazione dei documenti in lingua italiana (comando con la 'I' iniziale) Attenzione: non tutti i formati di compilazione sono disponibili sui vecchi PC IBM presenti in Dipartimento. In particolare, non è disponibile la compilazione nel formato LaTeX 2e.

Ad esempio, il comando

ILT tesi

lancerà la compilazione del file TESI.TEX in formato LaTeX 2.09 con la sillabazione italiana. Se non si verificheranno errori durante la compilazione, verrà prodotto un file TESI.DVI. Una possibile schermata è la seguente:

Noterete che la prima compilazione della vostra sessione di lavoro è piuttosto lenta, mentre le successive risulteranno più veloci: questo è perfettamente normale.

Una caratteristica molto comoda (che giustifica l'utilizzo dell'editor QEDIT) è la possibilità di posizionarsi direttamente sul punto in cui si è verificato un errore durante la compilazione. Supponete di trovarvi nella situazione della schermata seguente:

A questo punto, terminando la compilazione con il comando E, viene automaticamente avviato QEDIT che si posiziona sulla linea che ha originato l'errore:

Un trucco...

Se avete errato il nome del file da compilare (ad esempio, LT TESDI invece di LT TESI), vi compare una schermata di questo tipo:

Per proseguire la compilazione, dovete inserire un nome di file valido. Se volete interrompere il processo (ci avete ripensato e non volete più compilare), potete specificare NULL alla richiesta del nome di file: in questo modo viene compilato un file, chiamato NULL.TEX, che è incluso ella distribuzione di emTeX e che, come si può intuire, non contiene assolutamente niente. In questo modo siete poi in grado di inserire un comando \stop o \bye e interrompere il processo.


Il preview su schermo di un file .DVI

Una volta che il file .TEX è stato compilato senza errori, potete visualizzarlo sullo schermo del PC oppure stamparlo su carta mediante una delle stampanti disponibili. Un buon utilizzo del preview riduce lo spreco di carta, e quindi il suo uso è fortemente incoraggiato. La sintassi generale per effettuare il preview è

V nomefile

dove nomefile è il nome del file .DVI. Come per la compilazione, vi consigliamo di non specificare l'estensione quando si lancia il comando V. Ad esempio:

V tesi

esegue il preview del file TESI.DVI. Nella fase di preview, il computer passa dalla 'modalità testo' del DOS a una 'modalit&a grafica', in quanto viene visualizzato il documento esattamente come verrà stampato. Questa transizione risulta però un po' delicata, e impone alcune restrizioni all'utilizzo del preview. Più precisamente:

Se cercate di eseguire il preview in una finestra in modalità normale, o passate in modalità normale durante il preview con ALT+INVIO, l'applicazione viene sospesa e vi appare il seguente messaggio (se si usa Windows 3.11 l'aspetto sarà leggermente diverso, ma senza differenze sostanziali):

Potete comunque risolvere il problema premendo nuovamente ALT+INVIO e tornando in modalità schermo intero.

Durante il preview potete effettuare numerose operazioni, alcune delle quali sono elencate qui sotto.

Nel software emTeX è compreso anche il programma METAFONT, che permette di generare 'al volo' i caratteri (chiamati in gergo fonts) richiesti dal vostro documento qualora non fossero disponibili nella dimensione richiesta. Il processo di generazione dei fonts è perfettamente integrato con il programma di preview, per cui è che voi rispondiate Y INVIO alla richiesta di generazione automatica dei fonts mancanti:

Durante la generazione automatica, sullo schermo compaiono i codici corrispondenti ai caratteri generati. Comunque è tutto regolare, non spaventatevi!

Al termine del processo, viene attivato il preview.

Poiché i caratteri generati restano poi disponibili fino a che qualcuno non va a cancellarli, probabilmente dopo alcuni 'preview di assestamento' non dovrete più preoccuparvi della generazione automatica dei font.


Stampa di un file .DVI

Il processo di stampa è analogo a quello di preview. Per poter stampare, si presuppone ovviamente che il computer al quale state lavorando sia collegato ad almeno una stampante. Purtroppo non è possibile effettuare delle stampe con i 'vecchi' PC IBM presenti in dipartimento, in quanto questi non sono collegati in rete locale.

In Dipartimento potete effettuare stampe in due modalità: 300DPI e 600DPI. DPI significa "punti per pollice", e quindi la stampa a 600DPI è più accurata. Vi consigliamo di utilizzare sempre la stampa a 600DPI, in quanto non ci sono sensibili differenze di velocità di elaborazione dall'una all'altra.

La sintassi generale per effettuare la stampa a 600 DPI è

PH nomefile

mentre quella per effettuare la stampa a 300 DPI è

P nomefile

Al solito, l'estensione .DVI può essere omessa, e vi consigliamo di farlo.

Valgono gli stessi discorsi della sezione precedente per quanto riguarda la generazione automatica dei caratteri mancanti.

Se volete effettuare una stampa parziale del vostro file, è possibile indicare di seguito la pagina iniziale, la pagina finale, nonché il numero di copie desiderate. Potete digitare il comando PH o P senza parametri per ottenere la seguente schermata di aiuto:

Per ottenere ulteriori informazioni sull'uso dei programmi di preview e di stampa (che esulano dallo scopo di questo documento introduttivo), è possibile consultare il manuale del programma DVIDRV, disponibile in Dipartimento.


Utilizzo del linguaggio Postscript

Se avete necessità di inserire delle figure nel vostro documento, probabilmente vi converrà utilizzare il linguaggio Postscript. Essendo l'uso di Postscript un argomento piuttosto avanzato, non intendiamo affrontarlo in nessun modo. Per vostra comodità, elencheremo invece alcuni punti che mettono a confronto la stampa tradizionale (descritta nella sezione precedente) con la stampa Postscript.

Analogamente alla stampa standard, anche la stampa Postscript può essere effettuata a 300DPI e 600DPi; ancora una volta, consigliamo di usare la stampa a 600DPI in quanto di qualità superiore.

I comandi per effettuare la stampa Postscript sono

PP nomefile

per la stampa a 300DPI e

PPH nomefile

per la stampa a 600DPI, con la solita raccomandazione di non specificare l'estensione .DVI.

Digitando PP o PPH senza parametri, compare una schermata di aiuto analoga a quella che compare utilizzando i comandi P e PP


Nota per gli utenti

Vi raccomandiamo di effettuare sempre delle copie di sicurezza (chiamate backup) dei vostri dati su dischetti personali. In particolare, è fondamentale salvare i sorgenti .TEX, in quanto gli altri files sono generati automaticamente durante la compilazione. Per poter lavorare bene con l'ambiente emTeX, è opportuno avere almeno un'infarinatura dei concetti e dei comandi fondamentali del DOS, per evitare incresciosi incidenti quali perdite di dati o peggio.

Fra pochi giorni sarà pronto un CD per l'installazione "semiautomatica" di emTeX su un PC, per chi possiede un computer (e magari anche una stampante) e vorrebbe, ad esempio, utilizzare emTeX anche a casa (ricordate che è un programma "libero"). Sarà anche aggiunto un documento in queste pagine contenente le istruzioni di installazione.

Per poter utilizzare emTeX, un qualunque PC DOS-COMPATIBILE (quindi NON gli Apple McIntosh) va bene, mentre se avete intenzione di acquistare una stampante, vi conviene restare su una stampante laser o a getto della Hewlett-Packard (e allora andate sul sicuro), oppure chiedere consiglio a qualcuno in Dipartimento.